martedì 22 febbraio 2011

Il genocidio e gli affari

Genocidio, questa è la parola per descrivere quello che sta accadendo in questi giorni in Libia, tra l'altro come definire i bombardamenti sui manifestanti contro il regime del Colonnello Gheddafi. Le armi che stanno massacrando la popolazione libica provengono da Russia, Francia, Gran Bretagna e Italia.

Nel 2008 nel "Trattato di cooperazione e amicizia" tra Italia e Libia, all'articolo 20 si legge "Si impegnano altresì ad agevolare la realizzazione. di un forte ed ampio partenariato industriale nel settore della Difesa e delle industrie militari."

Dopo i primi morti nelle piazze libiche, la posizione del Governo italiano è stata debole. Rasentando l'indecenza, la prima cosa che è venuta in mente a B. è stata di non volerlo disturbare. D'altra parte cosa ci si può aspettare da chi ha baciato le mani insanguinate del dittatore libico.

Ma a cosa porterà il precipitare della situazione, in un paese forse destinato alla guerra civile, dove il dittatore dichiara la ferma volontà a rimanere al potere fino alla morte.

Ovviamente migliaia di morti.

Morti che sono sulla coscienza di chi ha venduto le armi ad un feroce e sanguinario tiranno. Colpe che ricadono anche sull'Italia, che pur di fare affari ha armato un dittatore scellerato che non esita a bombardare le folle che lo contestano.

Il genocidio continua

venerdì 18 febbraio 2011

A qualcuno piace servo

Riporto le prime righe dell'editoriale di Maurizio Belpietro sulle pagine di Libero di stamattina, seguirà un'analisi del testo.

"Ci hanno messo trent’anni, ma alla fine anche i più fedeli sostenitori stanno cominciando a capire che Gianfranco Fini è solo un paio d’occhiali sul nulla. Il copyright non è mio ma di Stenio Solinas, uno che lo conosce bene avendo militato con lui nei giovani missini. Quando lo scrisse sul Giornale che allora dirigevo successe il finimondo: il boss di An all’epoca era ancora accucciato ai piedi di Berlusconi e dunque le reazioni del centrodestra a difesa del futuro presidente della Camera furono compatte. Un ministro mi inviò una vibrata lettera, mentre Fini si rivolse direttamente al Cavaliere, minacciando ritorsioni. Grazie a questo tipo di protezione, negli anni in cui ha guidato Alleanza nazionale è stato esente da critiche: quasi nessuno si è permesso di fargli le pulci, ricordandogli errori e voltafaccia, che ci sono stati e pure in gran numero."

Premetto che non è mia intenzione voler difendere Fini da questi giornalisti che si occupano solo delle vicende personali del loro padrone, invece di parlare di sviluppo e innovazione del paese.

Voglio farvi notare alcuni punti, tipo "accucciato ai piedi di Berlusconi". Cosa significa? Che il degno posto di qualsiasi politico di destra è di stare accucciato ai piedi di B? Che B è il padrone e tutti devono essere "accucciati" ai suoi piedi? Prima evidenza di come funzionano le cose da quelle parti, ma continuiamo.....

"Fini si rivolse direttamente al Cavaliere, minacciando ritorsioni. Grazie a questo tipo di protezione, negli anni in cui ha guidato Alleanza nazionale è stato esente da critiche". Allora la macchina del fango esiste, chi non è "accucciato" ne subisce il vile attacco, basta rivolgersi a lui e tutto tace......

In questi giorni il Presidente della Camera Fini sta vedendo sfaldare il suo gruppo di FLI al Senato. Ha poi dichiarato "Silvio allarga la maggioranza grazie al suo potere mediatico e finanziario". Come se non lo avesse mai saputo. E se B avesse un dossier su ciascun deputato di centrodestra, in cui ci sono peccati, vita, morte e miracoli? Con la legge elettorale attuale, dove i candidati sono nominati dai vertici del partito e non eletti, si potrebbero far eleggere solo persone ricattabili, di conseguenza degli yes-man.

È proprio vero che a qualcuno piace servo

venerdì 11 febbraio 2011

Le prime pagine dei giornali

Non si fa altro che parlare di Rubygate, festini, giusto, non giusto, attacchi alla magistratura, parole eversive.......

Basta, voglio sentir parlare di investimenti per il futuro non di possibili leggi ad personam. La stragrande maggioranza dei giornali non fa altro che parlare (pro o contro) di questo volgare scempio delle nostre istituzioni, mentre i telegiornali se non parlano di politica ci morificano con la cronaca nera. Si concentra l'attenzione mediatica sul concetto di paura, del diverso come dell'inevitabile declino.

Negli altri paesi europei, i governi sono al lavoro per essere competitivi all'uscita dalla crisi. Investono in sviluppo e ricerca mentre l'unica cosa che il nostro governo ha saputo tirare fuori dal cilindro è la modifica dell'art. 41 della Costituzione.

I media amplificano questo malessere bombardandoci sempre con le stesse notizie, basta un comunicato stampa, una frase rilasciata all'uscita di un palazzo da parte del politico di turno che ecco le prime pagine, roboanti nei titoli quanto vuote nei contenuti.

Ci stanno asfissiando, narcotizzando, pronti per essere docili, servizievoli, assuefatti a tutto.

mercoledì 9 febbraio 2011

La celerità delle riforme in Italia

La risposta alla crisi da parte del governo, sta nella volontà di voler cambiare l'art. 41 della Costituzione. Dopo che il debito pubblico ha superato il 120 per cento del prodotto interno lordo e il reddito degli italiani è diminuito di circa 1000 euro a testa.

Quando nel resto d'Europa gli interventi contro la crisi sono stati tempestivi, in Italia si sceglie la via del cambio della Carta Costituzionale, uno dei percorsi più lunghi che il nostro parlamento possa affrontare.

Complimenti per la celerità.....