Il 21 dicembre
abbiamo ricordato i trent’anni della dipartita di Anna Maria Zangardi, chiamata
da tutti Maria nella Parrocchia di S. Placido Martire a Poggio Imperiale.
Durante la
celebrazione della S. Messa il Parroco, don Luca De Rosa, pur non conoscendo la
figura carismatica di Maria, il suo amore per la Chiesa, la dedizione, l’umiltà
e la costante disponibilità verso gli altri, verso gli ultimi, ha sottolineato
l’importanza del ricordo nella Chiesa di quelle persone che hanno sempre svolto
un ruolo di servizio nella storia della parrocchia.
La dott.ssa Titti de
Nucci ha voluto ricordarla scrivendo una pagina, letta dopo la celebrazione
dalla prof.ssa Maria Bove, delineando la personalità di Maria e la sua costante
e discreta presenza nella parrocchia.
Di seguito riportiamo
il significativo ricordo della dott.ssa De Nucci.
<<Ricordare Maria
oggi, a trenta anni dalla sua morte significa, prima di tutto, non tradire la
sua autenticità, significa non lasciare spazio né alla retorica, né alla
tentazione dell’enfasi che inesorabilmente ci fa ricordare solo le cose
positive di chi non c’è più.
Il 21 dicembre di 30
anni fa, si compiva l’ultimo atto del cammino in terra di Maria, in compagnia
di una malattia breve e violentissima che non aveva consentito nessuna
possibilità di cura, né quasi aveva dato il tempo di comprenderne
l’irreversibilità.
Mentre Maria entrava
nell’eternità alla vigilia di quel Natale del 1982 e, con le parole del Papa
Benedetto XVI si concretizzava il saluto dell’angelo alla futura madre di Gesù,
che, secondo il Papa, è “un invito alla gioia, a una gioia profonda e annuncia
la fine della tristezza che c’è nel mondo di fronte al limite della vita, alla
sofferenza, alla morte, alla cattiveria, al buio del male che sembra oscurare
la luce della bontà divina”, di sicuro ella non lasciava solo il suo Poggio
Imperiale! Quel “Tarranov” per cui, nei campi scuola dell’Azione Cattolica si
era composta pure una canzone!
C’è un’immagine molto
bella che dice che i santi sono alberi con le radici in Cielo ed i frutti sulla
terra; siamo certi che Maria, dopo aver piantato le sue radici in cielo non ha
mai smesso di far ricadere i suoi frutti su Poggio Imperiale. È vero che ci ha
lasciato il suo esempio, la testimonianza della sua Fede semplice, certa,
autentica, solida, ma è altrettanto vero che la sua presenza spirituale, la
vicinanza e l’amore per le vicende di questo paesino si è sempre avvertita.
Durante la sua vita
ha sempre condiviso problemi e gioie di ognuno, con una presenza che non
invadeva, ma che garantiva la discreta e solidale vicinanza. All’interno della
vita parrocchiale, della vita associativa dell’Azione Cattolica, dell’impegno
educativo verso i bambini ed i giovani, Maria era una presenza certa, scontata,
non banale, ma propositiva e fattiva. Si trattasse dell’impegno di preghiera,
di azione o di testimonianza, Maria c’era. In Chiesa Maria aveva il suo posto
fisso, tanti hanno fatto fatica ad abituarsi alla sua assenza in Chiesa. La
sera un folto gruppo di giovani e donne si trovava in Chiesa per la
“Benedizione” ed intonava con don Giovanni senior il Tantum Ergo, al termine si
facevano quattro chiacchiere sul sagrato, qualche volta un gelato e due passi e
così si compiva “la movida della sera del villaggio”.
Nei periodi liturgici
più significativi bisognava incontrarsi più spesso, talvolta anche tutti i
giorni, per organizzare, prepararsi e Maria era quella che catalizzava
l’impegno di tutti e soprattutto non risparmiava energie, servizio, risorse,
esempio per tutti di generosità sincera e totale. Vederla alle prese con
spazzoloni e scope per tirare a lucido le Chiese o il Salone era per tutti
esempio di umile servizio e vivente traduzione della lettera di San Paolo ai
Corinzi “ la carità è paziente, è benigna la carità, non è invidiosa la carità,
non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse,
non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma
si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto
sopporta.” Maria è stata veramente tutto questo nella sua autenticità.
Nell’udienza generale
di mercoledì scorso (19 dicembre 2012), in vista del Natale il Papa ha fatto
delle considerazioni che ci piace pensare dette anche per Maria: “Quanto più ci
apriamo a Dio, accogliamo il dono della fede, poniamo totalmente in lui la
nostra fiducia – ha assicurato il Papa additando come esempio Abramo e la Madonna
- tanto più che egli ci rende capaci, con la sua presenza di vivere ogni
situazione della vita nella pace e nella certezza della sua fedeltà e del suo
amore”. A patto, però di “uscire da se stessi e dai propri progetti, perché la
parola di Dio sia lampada che guida i nostri pensieri e le nostre azioni”.
Sembra proprio che il
Papa parli di Maria Zangardi quando dice che “il sì di Maria alla volontà di
Dio, nell’obbedienza della fede, si ripete lungo tutta la sua vita, fino al
momento più difficile, quello della Croce”.>>
Grazie Maria per la
tua vita, grazie per la tua testimonianza, la tua costante gioia, il tuo
ottimismo. Grazie Signore per avercela donata, togliercela era nei tuoi
progetti, per noi imperscrutabili.
Antonietta Zangardi
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